Villa La Mausolea

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Villa La Mausolea
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàSoci
Coordinate43°44′26.86″N 11°48′28.74″E / 43.740794°N 11.807983°E43.740794; 11.807983
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1494-1496
Distruzionemetà del XVII secolo
Ricostruzione1682

La Villa La Mausolea si trova in località Soci a Bibbiena, in provincia di Arezzo.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Antica proprietà dell'eremo di Camaldoli, fu costruita originariamente intorno agli anni 1494-1496 come rifugio per i pellegrini o per i monaci anziani. Distrutta alla metà del Seicento, fu ricostruita nel 1682.

Un portale centinato del XVIII secolo con un cancello recante lo stemma camaldolese si apre in un piazzale lastricato. Preceduta da una scalinata a ventaglio, la facciata è scandita da una loggia a tre arcate, di cui la centrale racchiude un orologio in pietra.

All'interno del portale principale è un atrio: al centro del soffitto si trova un affresco seicentesco con San Romualdo in gloria. Dall'atrio si accede a due cappelle: quella di sinistra, costruita intorno al 1655 e rivestita di damasco rosso, conserva una tela seicentesca con la Madonna del Rosario in gloria tra i Santi Romualdo e Michele Pini; incassata al centro della volta è una piccola tela con San Giorgio e il drago (XVI secolo). Nella cappella di destra, un dipinto con San Romualdo (XVIII secolo).

Nella sala conferenze è conservato l'altare maggiore barocco, intagliato e dorato, proveniente dalla chiesa dell'Eremo di Camaldoli, recante la tela con l'Incoronazione della Vergine tra i Santi Benedetto e Romualdo di Niccolò Cassana, del 1697, l'unica sua opera di soggetto sacro che si conosca. L'opera fu commissionata dal Gran Principe Ferdinando de' Medici per donarla all'Eremo in cambio del Cristo in gloria e Santi di Annibale Carracci, oggi alla Galleria Palatina.[1]

Nella villa è custodita anche una tela di Pietro Marchesini con la Madonna in Gloria e Santi, del 1742.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Stefano Casciu, La pittura del tardo Barocco in Casentino, in Liletta Fornasari (a cura di), Il Seicento in Casentino. Dalla Controriforma al Tardo Barocco, catalogo di mostra, Firenze, 2001, pag. 151.
  2. ^ Stefano Casciu, Cit., 2001, pag. 153.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Casentino e il Valdarno superiore. La storia, l'architettura, l'arte delle città e del territorio. Itinerari nel patrimonio storico-religioso, a cura di Laura Speranza, Firenze, 2000.
  • Il Casentino, a cura di Giovanni Cherubini, Firenze, 2000.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]